Ci sono alcuni che fanno della letteratura una ragione di vita, ma se ne escludono una buona fetta. Hai presente quelli che sì, non c’è niente di meglio della lettura ma solo storie vere, solo storie impegnate, storie di operai, storie di malessere sociale, sociologismo, socialismo; perché è bello volare con la fantasia, ma che si abbiano i piedi ben piantati in terra. E cos’è questa, una lettura coi sensi di colpa? Mi piace leggere ma se la fantasia è troppa poi mi pare d’aver perso tempo io invece sono un intellettuale e devo leggere per il bene dell’umanità. Come dire, mi piace masturbarmi, ma per non sentirmi in colpa mi sego immaginando una Margherita Buy avvolta in una bandiera rossa falce e martello che fa tanto cinema intellettuale impegnato morettiano e posso dire, vedete, sono un uomo, animale come tutti, ma con un’anima, una coscienza politica, perdio! Mi piace sborrare ma senza disinteressarmi alla problematica sociale degli ultimi operai metalmeccanici (che, sia detto per inciso, loro sì che si fanno le seghe con le veline).
Ecco come immagino i lettori-intellettuali impegnati, che hanno bandito l’eros dalla loro vita; che, cattolici anche se atei (o peggio, agnostici) (o peggio, cattocomunisti) rifiutano l’immaginazione fine a se stessa, rifiutano il “romanzo borghese”, perché il cittadino deve da essere accompagnato alla ricerca della propria coscienza di classe, compagni!
Ci meritiamo la “rivoluzione” di Papa Francesco.