Insegnami a riconoscere
l’esultanza delle alte sfere
non più soltanto tra i recessi
dei miei arditi slanci di pensiero,
ma tra il fango, la carne, il silenzio,
come pure dentro ai dettami del mio
essere caduco, fragile, umano, appeso
al ciglio di voluttuose complessità cerebrali,
di vacue ridondanze, di sciagurati virtuosismi,
di deprecabili sollazzi nati da sfoggi boriosi e alteri.
Insegnami a essere libero
di essere unico e multiforme,
complesso e semplice, continuo
e discreto, metafisico e immanente,
lungi dall’Io, prossimo al Bello, al Vero:
Insegnami a transitare oltre i lasciti della
mia stessa genesi, a disfarmi di vizio e virtù,
per ascendere fino alle sommità dell’Empireo
in moto cosciente, con grazia, verso la Libera Scelta.