Io solo un imbrattacarte
di passaggio nell’elegia al mondo
tu fra le tante leonesse
mia speciale musa.
Lascio che sia una sensazione ad uccidermi
mentre ciondolo impiccato su i tuoi seni
tu pensami sotto al ponte degli anni
mai stufo della tua pazzia
io ch’ero nei tuoi occhi
prima che lo sapessi.
Sei gioia che feconda il mio ansimare
di sospiri nuovi
sfioro il tuo corpo
e mi perdo nell’insensato
e la mia mente protesta disonesta (oscena)
al venir della dolcezza.
Fa che bagni di rugiada il tuo ventre secco
mentre il sole si spegne
dietro alle nubi di un orgasmo
perditi mia inesatta scienza
nell’eresia di un nuovo canto.
Sono venuto in te masticando
sale e me ne vado da te bisbigliandoti parole
che non avevi mai sentito.
Io sono il manoscritto
che mai nessuno leggerà
tu l’arte contenuta
in mille strazianti tramonti.