“LA NUOVA ODISSEA: gli approdi migranti sulle nostre coste” – Incontro con Alfredo Sprovieri, Vincenzo Imperitura e Carmen Baffi, autori dell’inchiesta “Calabria, la seconda porta per l’Italia” di IrpiMedia | Sede associativa | Rende |  Maggio 2023

“LA NUOVA ODISSEA: gli approdi migranti sulle nostre coste” – Incontro con Alfredo Sprovieri, Vincenzo Imperitura e Carmen Baffi, autori dell’inchiesta “Calabria, la seconda porta per l’Italia” di IrpiMedia | Sede associativa | Rende | Maggio 2023

“CALABRIA, LA SECONDA PORTA PER L’ITALIA” (è disponibile a questo url)


Nelle migrazioni via mare la Calabria è la seconda porta d’accesso all’Italia.
Nel 2022 gli arrivi in questa regione sono stati più di 18mila, contro i 10mila del 2021. Un incremento significativo che fa da prologo al naufragio di Steccato di Cutro: la rotta dalla Turchia alla Calabria ionica prima di questo evento era praticamente ignorata dall’opinione pubblica, ma è attiva da oltre vent’anni ed è molto più lunga e meno sorvegliata del triangolo tra Libia, Tunisia e Sicilia
Il Governo Meloni ha dichiarato guerra agli “scafisti”, ma in realtà già oggi tanti timonieri delle barche finiscono in carcere. Solo nel 2022 sono stati 61 nella sola Locride, secondo i dati del Tribunale competente nella zona maggiormente interessata dagli approdi in Calabria. Su 29 procedimenti penali per traffico di esseri umani, il 65% è già a sentenza. Ma gli scafisti non sono i trafficanti, per quanto il governo mescoli le responsabilità. E ci sarà mercato finché esisterà la domanda di oltrepassare i confini senza documenti. La rotta dalla Turchia alla Calabria, infatti, ha incrementato le partenze dopo che si sono ridotte le partenze verso la Grecia.
L’avamposto dell’accoglienza calabrese è Roccella Jonica, principale destinazione di chi sbarca in Calabria. Qui è in atto una procedura per far diventare il Porto turistico “Delle Grazie” una struttura sul modello Hotspot, come a Lampedusa. Questa inchiesta narrativa condotta da giugno a dicembre 2022 racconta e documenta che l’arrivo di persone in stato di necessità è continuo, ma la struttura di prima accoglienza non è adeguata a rispondere a questa emergenza umanitaria.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *