Risate d’importazione danzano in uno spazio sgombro
sotto le lanterne sfumate di un Irish Pub.
La notte contrae gli odori e le spiagge inaridiscono.
E le sue parole – « Ho dormito di nuovo con quel poeta.
Diceva che si sarebbe tagliato le vene il coglione » –
arrivano chiare alle mie orecchie, malgrado le mosche.
Le costiere scricchiolano, come i vecchi parquet.
Gli abitini dei turisti sbiadiscono appesi ai davanzali
e il fruscio di un frigorifero Sharp, sembra più vero
del rumore del mare, liquidato in una conchiglia.
Solo il netturbino sa le delizie dietro i versi di Eliot.
Come le gocce dal soffione della doccia, cadono lenti
i suoi origami di pizzo e nonostante la strettoia,
torrida lungo le cosce, l’urina scivola via con l’acqua.