Foreste di antenne sopra i tetti, croci di un’epoca
remota, le anime dei morti sepolti nei tubi catodici
vagano sotto i portici di radiche – sagome d’angoscia -,
la piazza è un simulacro, il rivolo d’acqua tra gli scogli
dove s’incaglia la sporcizia portata lì dalla corrente,
la stanchezza d’un sax sfoca i lampioni delle strade
rendendoli una compagnia sopportabile per gli occhi,
si desta il sortilegio dell’imbrunire e l’ombra s’allunga
e par di poter saltar gli edifici con un balzo, poi, il buio
riporta la verità sul mondo, tutto è parte del niente.