Simulacri

Foreste di antenne sopra i tetti, croci di un’epoca remota, le anime dei morti sepolti nei tubi catodici vagano sotto i portici di radiche – sagome d’angoscia -, la piazza è un simulacro, il rivolo d’acqua tra gli scogli dove s’incaglia la sporcizia portata lì dalla corrente, la stanchezza d’un sax sfoca i lampioni delle strade rendendoli una compagnia sopportabile per gli occhi, si desta il sortilegio dell’imbrunire e l’ombra …

Nonostante sia

D’ancor prima io desiderato deserto impensierito batto gli attimi più soli ancora in fugadai luoghi insegnati dalla folla. A distanza d’una piccola morte sai dirmi adesso dove andare? Dacché soltanto in queste negligenze potreiriconoscere il recesso incendiariodei miei gesti in allegriatanto che ormai ministri e camerieri,editori e borghesi conosconoper filo e per segno la loro mia vera natura.Ad ignorare quale cenere mi decorisono rimasto io soltanto. Solo con la mia …

V.

Parlami della Polonia, Andrea, parlami dei grandi prefabbricati, di Katowice o della signora vestita di bianco. Ascoltami, dimmi che sarebbe bello là, dove la bellezza conta meno che niente, dove il cemento si fa commestibile e le icone del tempo si mostrano per quello che sono. Solo questo, forse. Non più per sentirci gli unici detentori della crisi, ma compartecipi imparziali e ansimanti, perfettamente cascanti, ostaggi di voglie e liberi …

PORNOTECA

I tempi di latenza tra caviglia e caviglia insegnano ai calici vuoti la vanità, la norma oscena degli addii ai passi. Sposarci sulle pellicole di Pietrangeli, poi lasciare al tempo il tempo d’andare, nei cuori dei circuiti stampati e in silenzio dilatare la nostra pornografia del dolore. Di te ho scopato la santina dall’effige narcisa, la badessa intenta a incendiare i suoi quadri, la sciantosa di picche che muta gode. …