sabato
ho colto un crepitio in me
un tonfo simile
a una digressione di sospiri
domenica
ho ignorato il suo lievitare
esponendo i miei sentimenti
a una minuta pioggia di silenzi
lunedì
mi sono riavuto in una pozza di dignità
un disordine di cellule pazze
dalla coscienza infetta
martedì
già orfano di ambizioni
ho visto la mia donna
mutare in vento
mercoledì
l’affanno
un cranio zeppo d’intemperie
che mendica oblio
giovedì
la quiete
i sensi cementati
un uomo che evolve in ansia di nube
venerdì
la resa
l’emorragia d’amore compiuta
e all’orizzonte
il timido esordio
di un’alba nera
liberatrice
tre giorni dopo
l’ingiuria
il ciclo dell’esistere
riparte immutato
signori, nessuna redenzione
siamo figuranti votati al martirio
scaglie di logica
nel caos perpetuo