Dal battello che squassa la misura d’uno stretto
dal sibilante diniego che addobba il grande gorgo
dall’alto colle in cui pietre tonde di macelli
s’arrampicano sopra fradici gabbiani di fortuna –
Era vento e rugge in volto.
A uno a uno in preda a uncinate violente
a spingere un cuore come un ferro vecchio
la sabbia è libera di raggiare nel ghiaccio estivo
la pietà amò per me, cartilagine dell’anima –
Addio con un bacio e poi soffiò.
In ogni ascensione del suo insediamento
in ogni infantile prigione che ora apprende
è la stanza a contenere il suo arrivo di creta
è il vecchio ariete a infrangersi le mani –
Sarà nessuno o nella sera.
E vide la schiuma sgoccicare dai mulini
e la città sommersa impiccolirsi come ardente
e fu la cieca scia e fu il dente in un polmone
quando lei sparì sollevata sopra ali d’avvoltoio –
Era vento o solo era.