ho l’impressione che dovunque vada
io porti con me la notte
ho visto ideali di granito
nelle mie mani
lievitare in polvere
sentimenti d’acciaio
sfibrarsi in ovatta
la poesia
al pari del creato
è una sciagura
ed il poeta un dio tragico
senza più le ragioni del miracolo
una divinità inutile e solitaria
che arrocca su di una torre zuccherina
mentre le nubi infittiscono
non mi perdoneranno mai
la lievità dell’eresia