Questo e quello

Questo e quello ed ogni lume cieco fiaccola; i recinti di piume sono agnelli in cammino che da strilli di stecchi raspano in furie cavate. D’uomini e donne, con fiori certosa d’aceto, oscillano i boschi crudeli di mondi sghimbesci

Tremore | Giovanni Costabile

E poi mi ha preso Mi ha mostrato la torre dove è rinchiusa da millenni la principessa di tutte le fiabe, L’ incrocio di strade dove a mezzanotte puoi incontrare il diavolo per patteggiare, La grotta marina dove l’acqua gocciola verso l’alto, Il mantice che soffia i venti, Mi ha detto che Gesù Cristo è stato crocifisso perché la croce è il mondo

Era vento

Dal battello che squassa la misura d’uno stretto dal sibilante diniego che addobba il grande gorgo dall’alto colle in cui pietre tonde di macelli s’arrampicano sopra fradici gabbiani di fortuna – Era vento e rugge in volto.

L’eretico

Artefice, in cui mi alzo dal rogo d’incurabile mentre per nessuna rovina a cui il corpo permane, in quel vasto pensiero ritrovai flabelli di piume. Nell’abborracciata antiporta degli occhi lungo semplici stelle che irradiano come ruscelli, si addensano passi incantati in grembi di lune feconde.